La Figlia Femmina
A mala nuttata è a figlia femmena, dice un antico proverbio del Sud. La figlia femmina è sfortuna, alla figlia femmina bisogna pagar la dote, bisogna difenderne l’onore anche col sangue, bisogna sposarla, bisogna, bisogna… è un calderone infinito di ribellioni e storie insanguinate quello che rimesta Maria. Maria è la donna libera, è la strega, è la tarantata. È la mamma-na, non madre, ma Madre, di tutte le donne che appena nate sono state avvinte da invisibili, talvolta anche visibili, catene di doveri, stigmi, dogmi assurdi.
Marì evoca e racconta le nascite e le morti di queste donne speciali, che hanno incoccato frecce avvelenate nel cuore dell’angelo del focolare, che perciò sono state accostate al Diavolo, punite e spesso ammazzate. Ma le loro voci e le loro storie sono diventate canti, sono i canti che Maria intona, quando una donna viene al mondo e quando lo lascia. In un monologo-mosaico intriso di musica e canzoni, Maria Piscopo ci riporta un insieme di figure, vere ma leggendarie, di donne che non vollero essere angeli, che non chinarono la testa, che sfidarono i loro tempi e la Storia inseguendo l’amore e l’ideale.
Di Annick Emdin
Con Maria Piscopo